Il libro come specchio dell’anima

Il libro come specchio dell’anima

Aveva ragione lo scrittore Marcel Proust (1871-1922) quando affermava che “Ogni lettore, quando legge, legge se stesso. L’opera dello scrittore è soltanto uno strumento ottico offerto al lettore per permettergli di discernere quello che, senza libro, non avrebbe forse visto in se stesso”. Il libro in quanto oggetto assume il ruolo di “simbolo” e metafora nelle opere pittoriche di Maurizio Brambilla, elemento di studio e di straniamento che ora appartiene anche ad uno dei filoni più eleganti e profondi dell’artista lombardo. La riflessione creativa alla quale si affida il pittore in realtà è stata oggetto di analisi ed espressione pittorica anche dei grandi protagonisti della storia dell’arte, si pensi alla fortissima interazione e fascinazione che è emersa nella reciproca ispirazione tra arte e letteratura. Da un lato opere di enorme impatto come la ragazza con l’orecchino di Vermeer, per fare un esempio, ha ispirato libri e addirittura un film, dall’altra parte si può trovare una lunga scia di artisti che hanno volutamente caratterizzato i propri capolavori pittorici inserendo al centro dell’opera proprio “il libro”. Nella pittura dell’ottocento se ne sono occupati Renè Magritte, Henri Matisse, Claude Monet fino al capolavoro di Pierre-Auguste Renoir che nel 1875-79 dipinse la sua “lettrice” trasmettendo tutta la grazia ed il senso di immersione nella lettura in un’opera divenuta giustamente immortale.

Maurizio Brambilla
Maurizio Brambilla

“Il libro come specchio dell’anima” ——
Maurizio Brambilla ha intrapreso ormai da diversi anni una linea espressiva particolarmente e piacevolmente coerente con una costante crescita qualitativa entro la quale rimangono invariate le ricerche svolte attorno alla forza del “simbolo” e del “significato”. La scansione temporale delle sue creazioni dimostrano la volontà di percorrere una strada creativa molto personale, che possa lasciare impronte nella storia dell’arte contemporanea riconoscibili attraverso lo stile e la ricerca dell’armonia e della profondità di pensiero. A fronte di tutto ciò, il “Libro”, nelle opere del pittore, è una rappresentazione simbolica che si eleva nella riflessione sull’uomo nella sua complessità e contemporaneità, il nuovo interessante filone che appartiene ad una grande metafora sul genere umano.
Ogni opera di Brambilla è un pretesto di riflessione rivolta ai cuori più sensibili, indirizzata a chi non ama soffermarsi in superficie ma sceglie di sporcarsi l’anima con le emozioni che possono emergere dall’immersione intima nei dipinti.
L’inizio professionale della storia di Maurizio Brambilla avvenuto nel mondo della scenografia ha formato la sensibilità progettuale e l’anima creativa del pittore che oggi ritroviamo con evidenza espressiva nelle nuove opere dedicate al “libro”. Il pensiero dell’artista è sottilmente suggerito in ogni opera attraverso la simbologia, riflessioni sottovoce nel rispetto e nel silenzio di quella poetica sospensione che abbraccia l’opera e il pittore nell’atto della sua creazione.
Molte delle opere dipinte contengono un elemento che negli ultimi anni è entrato a far parte della creatività di Brambilla, il “movimento”. Opere come “lo strappo” o “colpo di vento” mostrano con particolare efficacia l’importanza vitale di questa nuova energia creativa, il “movimento” che appare in questi dipinti racconta e denuncia con forza messaggi legati alla pace e alla libertà di stampa, opere che “parlano” e si raccontano con fermezza e decisione ponendosi dalla parte del lettore affinché ogni campitura dipinta possa raggiungere le corde più sensibili dello spettatore più attento.
Non è dunque espressione affine agli insegnamenti che troviamo tra le meravigliose “lettrici” di Vladimir Volegov, Jean-Honoré Fregonard o Edward Hopper bensì il frutto della volontà di tracciare un sentiero nuovo in cui il “libro” ha la funzione di simbolo-soggetto, pretesto e metafora per analisi profonde su noi stessi e per aprirsi a nuove esperienze visive e intellettuali alle quali Maurizio Brambilla non si sottrae mai.
Nelle opere come il “labirinto dell’anima” vi son contenuti elementi alfabetici come l’Alfa e l’Omega, ascrivibili, dal punto di vista simbolico, all’inizio e alla fine, essendo la prima e l’ultima lettera dell’alfabeto greco ed essendo parte del racconto dell’Apocalisse di Giovanni (versetti 1:8, 21:6, e 22:13) assume, volendo, anche un fortissimo richiamo alla simbologia già presente nell’arte paleocristiana.
Maurizio Brambilla in tale contesto intende solamente rinforzare sempre più la propria evidente dichiarazione d’amore alla vita che celebra quotidianamente con i suoi dipinti.
Ho trovato nelle parole dello scrittore Cesare Pavese (1908- 1950), uno dei più autorevoli intellettuali del nostro secolo, le parole che sintetizzano l’arte della lettura con il significato più profondo delle opere dipinte da Brambilla.
Leggendo – scrive Pavese – non cerchiamo idee nuove, ma pensieri già da noi pensati, che acquistano sulla pagina un suggello di conferma. Ci colpiscono degli altri le parole che risultano in una zona già nostra – che già viviamo – e facendola vibrare ci permettono di cogliere nuovi spunti dentro di noi.”

Alberto Moioli

(Il libro come specchio dell’anima)

NB. la monografia contiene anche le “note al testo” e la selezione delle opere dipinte da Maurizio Brambilla e dedicate al “libro”.

Precedente monografia di Maurizio Brambilla (2022)

Maurizio Brambilla (Il Giornale)

 

 

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