“Claudio Borghi. Uno sguardo altro”
a cura di Paola Bertolotti
in collaborazione con LeoGalleries
Ambienti esterni, RSA San Pietro e RSD San Pietro, Viale Cesare Battisti 86, Monza
Dal 11 giugno 2025 al 30 settembre 2025
Inaugurazione: 11 giugno ore 18,00
con intervento di Alberto Moioli
alla presenza dell’artista Claudio Borghi e di Paola Bertolotti
Orari di apertura: dal Lunedì alla Domenica – orari – 10.00-18.00
LeoGalleries, in collaborazione con Paola Bertolotti che collabora con la Cooperativa Meridiana per il progetto “ Arte nella Cura”, presenta un progetto ambizioso che esce dagli schemi canonici della mostra d’arte.
COMUNICATO STAMPA
Il giardino della RSA San Pietro e della RSD San Pietro, riservato agli ospiti e ai visitatori, apre le porte alla scultura contemporanea con le opere di Claudio Borghi.
Il prato, il vialetto, gli ambienti esterni, si prestano ad inquadrare le visioni prospettiche delle opere in acciaio dello scultore lombardo: visibili dalle vetrate delle sale comuni, dalle stanze degli ospiti ma, soprattutto, a diretto contatto con coloro che “vivono” il giardino. Le superfici mosse delle lastre martellate, la tridimensionalità delle pieghe, la sovrapposizione dei piani, la rifrazione della luce sul corten e le profondità scure degli incavi, catturano gli sguardi. Ma sguardi diversi.
Carichi dell’esperienza che la vita riserva ad ognuno di noi e che riaffiorano alla memoria proprio nel momento in cui ci confrontiamo con le persone che hanno plasmato il
nostro mondo e che, ora anziane, attendono senza pretese, di essere illuminate dai nostri racconti, dai nostri sorrisi, dai nostri gesti.
Le attività all’aperto degli ospiti delle due Residenze, avranno come sfondo il percorso pensato da Claudio Borghi. L’interazione tattile e visiva, la riconfigurazione del paesaggio e il significato insito in ogni pezzo, spesso metafora di un momento del percorso umano e per questo simbolicamente importante in una struttura di questo genere, vogliono essere una proposta attiva di arte di ampio respiro, di benessere, di attenzione alle esigenze degli ospiti della struttura e dei loro accompagnatori.
“La pausa”, scrive lo scultore nei suoi appunti, “la sospensione, l’intervallo, possono rivelare un momento magico, come il silenzio che segue una grande musica o un
grande film è pieno di echi che si riverberano all’infinito, sono il silenzio e il vuoto che stanno intorno a un oggetto, che ne rivelano il senso profondo.”
Seguendo questo pensiero, l’artista lavora nel suo laboratorio e, in seguito, costruisce i percorsi espositivi cercando di introdurre lo spettatore direttamente nel suo mondo.
“Guardando la sua scultura da questa prospettiva”, scrive Luca Pietro Nicoletti in un recente saggio sull’artista, “in effetti, ci si rende conto che in molti casi si è di fronte a un movimento lento e fluttuante di singoli volumi in avvicinamento fino a ricomporsi in un’architettura di pieni e di vuoti, o al contrario prossimi a disgregarsi in una costellazione di frammenti. Sta qui la dimensione narrativa di queste opere: qualcosa sta accadendo, e come spesso in scultura l’artista ha cristallizzato un momento di una situazione in divenire”.
“Portare le opere d’arte all’interno dei luoghi di cura rappresenta un potente strumento per migliorare il benessere degli ospiti, del personale sanitario e dei familiari”. Marco
Fumagalli, Vice-Presidente della Cooperativa La Meridiana, promotore del progetto di portare l’arte all’interno dei luoghi di cura della Cooperativa Monzese aggiunge:
“numerosi studi dimostrano che l’arte può ridurre la percezione del dolore, alleviare lo stress e favorire il rilassamento, contribuendo così a un ambiente più sereno e accogliente. Numerosi esempi evidenziano come l’arte possa essere una componente fondamentale nel progetto di vita delle persone, offrendo non solo un sollievo estetico, ma anche un supporto psicologico e spirituale che arricchisce l’esperienza di cura”.